A leggere il decreto 74/13 e Federconsumatori (che presa dalla foga del “ora si risparmia” ha fatto disinformazione pericolosa) l’analisi di combustione (o verifica di efficienza della caldaia) sembra una cosa inutile e costosa. Alla fine, anche per ammissione del CIG che in un convegno realizzato a Rovigo con CNA ha detto che solo il 5% dei loro controlli ha evidenziato una non conformità di emissione, questo servizio pare sia ben visto ogni 4 anni.

Eppure molti sottovalutano l’aspetto di sicurezza che il nostro personale tecnico verifica tramite questo servizio: tra i vari parametri, infatti, viene valutata la presenza di CO (monossido di carbonio) che ha un limite di legge di 1000ppm. A prescindere dal limite, in molti casi il monossido di carbonio è un fattore di rischio elevato, pensando soprattutto ai dispositivi a camera aperta (Tipo B) che in caso di funzionamento possono portare a morte gli occupanti di un appartamento (Per approfondimenti: Associazione Antonio Lostia Vittime Monossido di Carbonio).

Diversi sostengono che questi casi limite sono individuabili anche senza verifica della combustione ma per confutare questa “faciloneria” riporto una nostra recente esperienza: in seguito ad una chiamata per malfunzionamento eseguiamo la manutenzione su una caldaia di 10 anni a camera aperta (Tipo B, Tiraggio naturale). Lo scambiatore primario viene adeguatamente pulito, la caldaia verificata a seguito della pulizia parte bene, il gas viene regolato, passiamo quindi alla verifica dei parametri e il CO arriva a ben 5000 ppm (un valore inaccettabile). Approfondiamo verificando il tiraggio (con esito più che positivo) e l’adeguata ventilazione del locale. Nonostante tutte le condizioni fossero ottimali e la normativa di sicurezza rispettata, la caldaia era pericolosa in quanto, al di sopra del limite di legge è potenzialmente esplosivo.

Tutto ciò non si sarebbe mai potuto verificare senza un’adeguata analisi con strumentazione idonea. Ecco dimostrato con un semplice caso pratico che la verifica di combustione quadriennale sia un grande passo indietro non solo per l’ambiente ma anche per la sicurezza dei nostri impianti.

Il fatto che Federconsumatori, erroneamente, consigli agli utenti di far coincidere la manutenzione ordinaria di sicurezza (con cadenza generalmente annuale) con la verifica di combustione quadriennale è un consiglio scellerato e decisamente poco saggio: davvero risparmiare (pochi) soldi è più importante che garantire la propria sicurezza? Inoltre va considerato che la tartaura della caldaia (per vari motivi) deve essere sempre verificata altrimenti, in 4 anni, rischieremo di consumare molto di più e quindi perdere il presunto vantaggio economico del mancato controllo.